Riscoprire i Colli Euganei grazie alle bottiglie di un viticoltore tanto schivo quanto bravo (2024)

Se negli ultimi giorni di Vinitaly succede di trovarsi ancora in Veneto, una delle esperienze sorprendenti è certamente quella di riscoprire i Colli Euganei. Un territorio che conosciamo molto bene, avendolo frequentato sistematicamente, anno dopo anno, dal 2000. E, nelle degustazioni alla cieca dei Colli Euganei, i vini di Giorgio Salvan sono sempre arrivati ai primi posti. Vini straordinari, capaci di raccontare alla perfezione un viticoltore schivo, fuori dai circuiti e passato quasi sottotraccia rispetto alla cosiddetta cronaca enoica nazionale. Nel 2007 il suo "Oltre il limite... e altro" 2003 divenne il vino Top dei Top di quell’anno, nella selezione di Golosaria, una scelta che possiamo riconfermare perché, da quanto è emerso dall'ultima degustazione, sono almeno tre le etichette che meriterebbero questo riconoscimento. La famiglia Salvan è un simbolo della viticoltura di queste terre da oltre un secolo. La cantina è ai piedi del Castello del Catajo, a cavallo della Doc Colli Euganei, della quale occupa l’estremo lembo orientale, e la Docg Friularo di Bagnoli, che ha nell’omonimo ecotipo, appartenente alla famiglia dei Raboso, il suo vitigno tipico. Venti gli ettari di vigneti per sole 30 mila bottiglie, dove sono coltivate uve merlot, cabernet franc, cabernet sauvignon, pattaresca, turchetta, gatta e altre varietà autoctone quasi dimenticate.

Riscoprire i Colli Euganei grazie alle bottiglie di un viticoltore tanto schivo quanto bravo (1)

L’agronomo della Tenuta è lo stesso Giorgio Salvan, classe 1947, affiancato dalla figlia Francesca, quarta generazione, anche lei agronoma, mentre dell’ospitalità si occupa Rosanna. Di grande fascino l’esperienza Sulle Vie d’Acqua dei Veneziani, che dà la possibilità di raggiungere la cantina in barca, partendo da Monselice e Padova o di fare un giro in caorlina con partenza dal pontile a 100 metri dalla cantina. Imperdibile! Partiamo dal vino apparentemente più scontato, lo Spumante rosato Extra Dry “Summertime”, un metodo Martinotti che in realtà incuriosisce fin dalle uve impiegate: friularo in purezza. Nasce da mosto fiore rimasto a contatto con le bucce solo per poche ore. Al naso è un'esplosione di rosa che ritroviamo poi in bocca, dove resta quasi un sapore di rosolio. Piacevole, appena abboccato, da bersi freddo in estate.

Il Bagnoli “Turchetta” 2021 nasce da questa antica varietà di uva pre-fillossera, un tempo sviluppata nel Padovano e nel Polesano, la turchetta per l'appunto. Verso la fine del secolo scorso, la collaborazione di Giorgio con Giuseppe Tocchetti, attento collezionista di genomi viticoli e costitutore di molte varietà, ha portato alla nascita di una raccolta di vecchie varietà. All’inizio sono partiti da 62 tipologie e in questi anni di test l’attenzione si è concentrata su 12. Da questa selezione è stata individuata la turchetta, caratterizzata da unamaturazione tardiva. E il mosto che ne deriva ha un colore rosso intenso e un buon contenuto di zuccheri. Un vino antico, contadino, che ha il naso dell'aia con una volatile leggermente alta, che però in bocca si riscatta con la frutta che si gusta a morsi nel pieno della maturazione. Fa fermentazione con macerazione sulle bucce per 10-12 giorni, per poi affinare 18 mesi in acciaio e 6 mesi in bottiglia.

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Il Colli Euganei Merlot “Carromatto” 2020 è grande, grandissimo: ha naso decisamente minerale con una speziatura elegantissima che dal pepe nero evolve in fretta verso la maggiorana e l'incenso. In bocca è pieno, intenso, lungo. È il Merlot alla sua massima espressione. Nasce dall’idea di produrre un vino da frequentare senza soggezione, adatto a cibi non particolarmente impegnativi. È frutto di una vendemmia nella seconda metà di settembre e quindi macerazione sulle bucce per 7-8 giorni e affinamento per due anni in grandi contenitori. Il nome si ispira alla storia dei Carraresi, signori di Padova nel ‘300, che qui hanno avuto la loro origine, e alla leggenda del Carro d’oro che sarebbe nascosto in una galleria che serviva da via di fuga dalla loro Reggia. Sulla retro etichetta hanno riportato un estratto dal Catechismo Agricolo ad uso dei contadini di Don Giovanni Rizzo, prete illuminato, che insegnava ai suoi parrocchiani come coltivare i campi, la vite... Il Colli Euganei Merlot Riserva “L’anima del Pigozzo” 2019 ha naso più evoluto con il vegetale tipico del merlot che diventa confettura di pomodori, poi c'è la frutta secca, la noce. In bocca il sorso ci conferma un grande vino: caldo, equilibrato, con un tannino setoso.

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Il Colli Euganei Cabernet Sauvignon “San Marco” 2018 non ha la magnificenza vellutata del Merlot, ma è comunque un bicchiere grandioso, con un naso dove il cioccolato incontra l'incenso, in bocca è pieno e il cioccolato si coglie anche nel retrogusto. Fa un anno in botti di rovere, sei mesi in grandi contenitori e 6 mesi in bottiglia. Chiudiamo con il vino che ci fece innamorare di questo produttore, il Colli Euganei Rosso “Oltre Il Limite… e altro” 2019, che nasce solo in annate particolari dall'incontro tra merlot (75%) e cabernet (25%). Al naso la prugna disidratata lascia spazio alla fragola con le note balsamiche di mentuccia e una mineralità che ritroveremo anche nel sorso, che è di perfetto equilibrio, giusta acidità, tannino setoso. Lungo, lunghissimo, con un retrogusto di radice di liquirizia. Un vino decisamente epico, di cui recentemente abbiamo provato la piacevole integrità di un campione del 2007 in magnum. Le uve merlot affinano per 12 mesi in botti di rovere, mentre il cabernet franc per egual periodo in barrique, cui seguono sei mesi in cemento e altri sei in bottiglia. Ora ditemi: è o non è un produttore da conoscere?

Salvan Urbano Az. Agr. - Pigozzo

Loc. Pigozzo, via Mincana 143 -Due Carrare (Pd)

Una bottiglia di Colli Euganei Rosso “Oltre Il Limite… e altro” 2019: euro 20

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Author: Chrissy Homenick

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