La Via della Lana e della Seta - Cammini d'Italia (2024)

La Via della Lana e della Seta è un percorso escursionistico di 130 km che si snoda tra Emilia e Toscana, attraverso l’appennino Tosco Emiliano da Bologna a Prato. Il nome del cammino è legato al suo elemento distintivo: il mondo dell’archeologia industriale e delle acque, motori di secoli di operosa storia e tradizione.

Si parte da Bologna, la città della Chiusa e dei canali, per secoli capitale della seta e si arriva a Prato, la città del Cavalciotto, delle gore e delle gualchiere, capitale del distretto della lana e del tessile. Altra peculiarità del cammino sta nel suo carattere particolarmente selvaggio dove si susseguono natura, storia, memoria e la genuina ospitalità appenninica.

Scheda Tecnica

  • Lunghezza:

    130 km
  • Tappe:

    6
  • Partenza:

    Bologna
  • Arrivo:

    Prato
  • Tipologia:

    lineare
  • Tema:

    storico | naturalistico
  • Stagione ideale:

    primavera | autunno
  • Portata:

    nazionale
  • Accessibilità:

    No
  • Cani:

  • Periodo ideale:

    primavera e autunno

STORIA

La Via della Lana e della Seta passo dopo passo accoglie nei suoi sentieri ancora intimi e dallo spirito particolarmente selvaggio. Si parte da Bologna dove troviamo le prime imponenti tracce della lavorazione della seta e dei sistemi di utilizzo dell’acqua nell’operosa vita cittadina. Pensiamo alla Chiusa di Casalecchio che è la più antica opera di ingegneria idraulica tutt’ora funzionante in Europa. Lasciata la città ci si addentra alla volta di un Appennino selvaggio fatto di sentieri e villaggi accoglienti e dalla forte identità. Il cammino porta ad attraversare il Parco Regionale Storico di Monte Sole e qui emerge il legame tra il sentiero e la Memoria. Questi sono i luoghi della Seconda Guerra Mondiale, della Linea Gotica e dei tristi episodi dell’autunno del ‘44, quando le truppe naziste trucidarono centinaia di abitanti di queste terre rendendo questo luogo tristemente noto al mondo. Qui il camminatore vivrà una delle esperienze più forti: camminare nei luoghi attraversati da questa ferita, percependone il silenzio e osservando le evidenze storiche, tra edifici, macerie e trincee.

Man mano che ci si avvicina al confine tra le regioni muta il paesaggio, facendo immergere l’escursionista nella montagna tra Emilia e Toscana. Si arriva nelle terre della “cucina di confine” dove ricette e sapori si sfidano da un versante all’altro.

Si incrociano paesi dove ancora oggi vengono condivise con gli escursionisti storie di vite e di memoria, dove vengono anche custodite antiche e tradizionali lavorazioni e colture e dove il tempo sembra quasi aver rallentato i suoi ritmi.

Arrivati in Toscana si apre a noi la Val di Bisenzio e qui attende un’altra esperienza indimenticabile per il camminatore: la traversata della Calvana con le sue praterie di crinale dove pascolano i cavalli allo stato brado e semibrado, veri padroni di queste terre selvagge.

Tornando ai “fili” della Lana e della Seta, nelle terre della Val di Bisenzio si susseguono edifici di archeologia industriale e musei che raccontano della peculiare anima di questo cammino che passo dopo passo portano alle porte di Prato, accompagnati dal corso del fiume Bisenzio, fino all’arrivo al Cavalciotto, uno dei più importanti esempi di archeologia industriale del territorio pratese che, con la Chiusa di Casalecchio, chiude il cerchio del percorso delle acque e dell’archeologia industriale, affascinante fil rouge della Via.

FONTI D’ACQUA LUNGO IL CAMMINO

Le fonti d’acqua sono presenti, ma non sono tantissime lungo il cammino se non nelle città, è bene viaggiare sempre con un litro d’acqua e nei mesi estivi 2 litri,
Stiamo rilevando per aggiornare la nostra app ufficiale walk plus con tutte le varie posizioni.
(nota: appena abbiamo tutti i punti precisi e georeferenziate vi mandiamo tutto.)

SEGNALETICA

Segnaletica presente lungo tutto il cammino.

La segnaletica è quella classica CAI, è ben segnalata (maggiore attenziona da prestare del versante toscano) e a supporto si trova anche l’app ufficiale Walk Plus e la cartoguida di Vito Paticchia.

CREDENZIALI

La credenziale ufficiale ha un costo di 3 € e comprende anche un omaggio di fine cammino.

CAMMINO IN TENDA

Il campeggio libero è vietato, è possibile sostare nelle aree attrezzate o nelle proprietà delle strutture ricettive.
E’ sempre buona norma chiedere ai proprietari del terreno l’autorizzazione per sostare.

CONTATTI ASSOCIAZIONE

SITO WEB: www.viadellalanaedellaseta.com

TELEFONO: 051 67 58 409 – 379 113 5432

E-MAIL: info@viadellalanaedellaseta.com

TAPPA 01

Bologna – Sasso Marconi (BO)

Lunghezza: 20 km

Dislivello +/-: +230 m/ – 200 m

Tempo: 6 h

In breve: Si parte dal centro storico di Bologna da dove si possono ammirare le prime tracce di edifici e sistemi legati all’uso delle acque in città, un esempio per tutti: la Chiusa di Casalecchio di Reno. Si prosegue come indicato dalla segnaletica e dalla cartoguida verso Sasso Marconi, costeggiando il Reno e, prima dell’arrivo in paese si potrà anche scoprire Palazzo de’ Rossi, complesso rinascimentale formato dal borgo, mulino, segheria e cartiera alimentati dalla forza motrice del Reno.

Descrizione dettagliata: Si parte dal centro storico di Bologna, da Piazza Maggiore. Da lì si va in direzione Due Torri e si prende Via Oberdan (sx) e la si percorre sino all’affaccio sul canale Reno. Si raggiunge Via Augusto Righi con tappa in via Piella dove potremo vedere la famosissima finestrella sul canale delle Moline e da lì via Indipendenza – via dei Falegnami e via Riva di Reno. Dopo Via San Felice si arriva in via della Grada (vedrete il torrione con grata in ferro per il filtraggio delle acque) e, superata “la Filanda” e la centrale elettrica si prosegue verso via Martinez, viale ciclopedonale, verso Casalecchio.

Si risale il canale lungo la sponda destra. Si attraversa la strada Porrettana verso l’ingresso del consorzio della Chiusa e si prosegue verso via Giordani – Oasi fluviale del Prato Piccolo. Salite sui ruderi dell’antica Chiusa del XIV secolo per ammirare l’opera strabiliante di Jacopo Barozzi, il Vignola, che tutt’ora protegge Bologna dalle inondazioni del Reno.

Entrate nel Parco della Chiusa tornando nuovamente sulla Porrettana incrociando il segnale bianco rosso CAI 112 Via degli Dei. Si percorre il viale alberato, si supera Villa Sampieri Talòn e si costeggia il Boccaccio che imprigiona le acque del Reno per poi scaricarle nel canale. Un grande muraglione contiene la riva sinistra, con due boccaporti forniti di paratoie per la regolazione idraulica, l’eliminazione del limo e ghiaia e un sistema di scarico di eccedenza di acqua nel Reno. Lasciato il canale si cammina in direzione di un bosco golenale sino ad un grande ponte in ferro che vi permetterà di attraversare il Reno in direzione sinistra. Qui antiche cave di sabbia sono state usate per ricavare vasche di pesca sportiva o di contenimento dell’acqua da usare in caso di emergenza,

Un tunnel sottostradale vi farà passare di fianco ad uno stabilimento per poi condurvi in un viale alberato verso l’ingresso nord di Palazzo de’ Rossi, complesso rinascimentale formato dal borgo, mulino, segheria e cartiera alimentati dalla forza motrice del Reno. A settembre tra queste mura si svolge l’antica e rinomata Fira di Sdaz, appuntamento tradizionale di mercato, gastronomia ed artigianato.

Variante: Con una deviazione si può visitare Colle Ameno, settecentesco borgo castello patria di maioliche. Nel 44 venne occupato dai tedeschi e fu campo di raccolta di prigionieri civili e partigiani. Usciti dal suo ingresso principale, costeggiandone la cinta e proseguendo a sinistra, si imbocca il ponte di Vizzano (inaugurato nel 1930 come guado per gli scolari). Raggiunto l’incrocio con via Ancognano si ritrova il sentiero CAI 112 – Via degli Dei con la quale si condivide il cammino sino a Sasso Marconi. All’incrocio con la provinciale 37 si prosegue verso Sasso Marconi sulla destra e, superati un cancello in ferro, un edificio giallo (gli accessi ai Prati di Mugnano), i cavalcavia autostradali e il ponte sul Reno si entra a Sasso Marconi.

TAPPA 02

Sasso Marconi (BO) – Grizzana Morandi (BO)

Lunghezza: 27 km

Dislivello: +/-: +1400 m/ – 950 m

Tempo: 8/9 h

In breve: Il cammino prosegue e si alza di altitudine. Siamo nella tappa della Memoria e della storia: all’interno del Parco Regionale Storico di Monte Sole nei luoghi e sentieri della Memoria conquistando la cima di Monte Termine e Monte Salvaro (826 m). In direzione di Grizzana Morandi si aprono i paesaggi di Giorgio Morandi e gli iconici Fienili, immortalati nelle tele del pittore bolognese.

Descrizione dettagliata: Dalla piazza del municipio si svolta in via del mercato per poi arrivare su viale Kennedy. Arrivati alla rotonda del monumento a Marconi si attraversa il ponte sul Reno e si va verso Vado fino al ponte sul Setta. Superato il ponte sul Setta si svolta a sinistra in via Sirano e arrivati a Casa Bergamini si imbocca una cavedagna sino al cimitero di San Silvestro dove ci si congiunge al cammino – sentiero CAI 100. Dalla chiesa e cimitero di San Silvestro (dove arriva la variante da Sirano – ora non percorribile a causa frana), si apre un crinale aperto e panoramico con vista sulle colline e le prestigiose vigne dei colli bolognesi. A quota 500, bivio CAI 128, si aggira il casale La Volta e, sempre sul CAI 100, si raggiunge Monte Santa Barbara (591m). in cima e ai piedi di questo monte, durante la seconda guerra mondiale, i tedeschi fecero postazioni, ricoveri e nidi di mitragliatrice per controllare la Val di Setta. In località Nuvoleto si arriva in 30 minuti a un bivio tra segnavia 100 verso la cima di Monte Sole (668m) e segnavia 100A, verso la stella di Monte Caprara (632m) dove si ricongiunge con il 100 che scende da Monte Sole e dal monumento dedicato al Lupo ed ai partigiani della Stella Rossa. Superate le rovine di Capraia di sopra si raggiunge uno sterrato e a seguire una strada asfaltata che porta ad un importante quadrivio, snodo tra i monumenti del memoriale e il Centro Visite Poggiolo.

Si prende il cammino verso san Martino – scuola di pace di Monte Sole – cimitero di San Martino e monumento a don Giovanni Fornasini, il luogo dove cittadini ed istituzioni commemorano ogni anno la Liberazione. Superato il bivio per Concola e il monumento a don Ferdinando Grande (monte Termine)la vegetazione muta e si scorge il pino silvestre, nucleo autoctono e protetto.

Si tengono le indicazioni per Veggio e dopo 100 metri circa si entra nel bosco per salire a monte Salvaro (826m). Ai lati del percorso si susseguono in gran numero trincee, foxholes, ricoveri, testimoni della guerra e degli scontri tra tedeschi ed alleati.

Sul pianoro troviamo una croce in ferro ed un riparo utile in caso di pioggia. Si scende lungo la linea di cresta sino ad un fitto bosco di ginepri e altri esemplari della macchia naturalistica del parco e così fino alle porte di Grizzana Morandi. Si prosegue verso monte Pezza (752m) lungo un tracciato di fondo roccioso e si incrociano sul sentiero 174 le località di Cà la Fame e Cà la Sete. Si prosegue sul 100, superando 2 incroci, verso la località Castello. Quando vedrete il segnavia CAI “Casa di G. Morandi” e “Campiaro” saprete che siete all’altezza dei Fienili di Campiaro.

TAPPA 03

Grizzana Morandi (BO) – Castiglione dei Pepoli (BO)

Lunghezza: 22 km

Dislivello +/-: +1100 m/ – 1050 m

Tempo: 7 h

In breve: Il sentiero riprende selvaggio attraverso paesini tipicamente appenninici, boschi di castagno, rii e ruscelli. Si toccherà quota 930 m per poi arrivare a Castiglione dei Pepoli, con la sua bella piazza su cui si affacciano affascinanti edifici storici.

Descrizione dettagliata: Dal municipio si prosegue in direzione di Stanco, borgo del XIV secolo e si prosegue sul viale pedonale che costeggia il monumento in memoria delle 11 vittime del 22 luglio ‘44. Giunti al bivio per Tavernola si prosegue e si arriva in località S. Abramo dove il sentiero 100 entra in un bosco di castagni e prati fino alla periferia di Collina, antico borgo medievale. Si sale e si costeggia la massicciata del Palazzo Vannini e, percorrendo una ghiaiata, si raggiunge la cima del crinale per poi scendere ed incrociare la provinciale 73. si risale in direzione di Boscalto e di un quadrivio di strade che scendono verso la valle del Rio Vezzano e il centro di Burzanella. Qui incrociamo la Via Mater dei che sale verso Montovolo e Monte Vigese

Si prosegue verso la Località Matelle e giunti a La Latra superate due querce secolari, si arriva ad un incrocio con una maestà. Si prende uno sterrato verso La Rocca e, superato il rio Lagacciolo, si superano alcuni edifici e si entra a Burzanella. Raggiunta la località Bel Poggio si prosegue salendo su una carrareccia per incrociare lo 039 nella località Il Logo. Dopo aver lasciato alle spalle un’edicola votiva, si entra in un bosco ceduo sino ai 930 metri di monte Fontanavidola e Cà Terre Rosse. Si prende lo 031 per Castiglione dei Pepoli e si supera la loc. I Muri. Dopo la strada asfaltata si prende uno sterrato che attraversa aree agricole tra ruscelli e fossi. Da Cà delle Vigne si supera il torrente Brasimone che qui alimenta anche il Lago Santa Maria. Per arrivare a Castiglione si prosegue dritto e si percorre tutto il lungolago di Santa Maria dove è possibile fermarsi per una sosta e si inizia a salire lungo il sentiero CAI 031 fino alla Località Ca’ di Lenzi per poi proseguire verso Castiglione. Si sbuca nella provinciale nei pressi del cimitero dei soldati Sudafricani. Qui girate a destra verso il centro del paese è paese che dista a circa 500 mentri. Percorrendo Via San Lorenzo si arriva in Piazza della Libertà dove potrete ammirare il Palazzo dei Pepoli ora sede comunale.

TAPPA 04

Castiglione dei Pepoli (BO) – Vernio (PO)

Distanza: 20 km

Dislivello +/-: +800 m/ – 1250 m

Tempo: 7 h

In breve: Si è ora giunti nelle “terre di confine”, antico e moderno, confine geografico e di divertenti rivalità culinarie. Dalla foresta si entra nella Val di Bisenzio che tutt’oggi preserva la florida produzione tessile. Singolari e unici, i borghi che qui si attraversano, dal vero sapore montanaro, come Rasora e Storaia, e Montepiano una delle località turistiche più rinomate e più frequentate della Toscana a fine ‘800 con la spettacolare Badia romanica.

Descrizione dettagliata: Partendo da Piazza della Libertà di Castiglione dei Pepoli (dove potrete ammirare la Torre dell’Orologio) percorrete prima via San Lorenzo, poi via Saliciata e per ultima via Manfredi. Questa vi porterà fino all’incrocio con via Dall’Olio da cui potrete imboccare il sentiero CAI 035. Questo vi porterà verso la cima di Monte Bagucci, proseguendo fino a una strada forestale che conduce all’Abetina e al Rifugio Ranuzzi. Da qui dovrete cambiare sentiero, incamminandovi lungo il CAI 037 per Bagucci-Rasora-Spinareccia. Raggiungerete Bagucci dopo un tratto in forte pendenza lungo i confini del Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone. Dovrete poi attraversare un ponte in legno sul Rio Secco, proseguendo su una mulattiera che vi condurrà a Rasora, un piccolo borgo tipicamente montano. Una volta raggiunta la piazza centrale (dove potrete osservare l’Oratorio e la Casa del Popolo) proseguite verso le rovine del Mulino della Sorgiva e superate il ponte in legno sul Rio Fobbio, fino a raggiungere la strada sterrata che porta a Spinareccia. Qui dovrete continuare nella stessa direzione, salendo per il sentiero 015 verso Storaia e poi proseguendo per il CAI 027 verso la Fondovalle Setta. Una volta giunti a Storaia (ex zona di confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio) attraversiamo il ponte sul fiume e lasciamo il sentiero 027 che sale a Tavianella, prendiamo a destra per seguire la destra orografica del fiume Setta in un sentiero con alcuni brevi tratti impervi fino ad arrivare a Montepiano. splendido paese ricco di storia e famoso per le sue ville.

Superate il bivio che conduce da un lato alla Badia di Santa Maria e dall’altro alla Chiesa Parrocchiale. Qui dovrete svoltare per via Monsignor Risaliti poi, dopo aver costeggiato il cimitero e un parcheggio, proseguite per il Passo della Crocetta (ignorate il bivio per il Sentiero 00). Da qui, tra castagni, abeti e fa*ggi, continuate a camminare fino al casale “Casa Portellese” e al bivio per il sentiero CAI 58. A questo punto tenete la destra fino a raggiungere Butia, poi Gorandaccio (qui troverete la Rocca dei Bardi) e infine San Quirico di Vernio. Raggiungete la piazza principale (dove troverete l’antico Municipio, una cappella e una “mostra permanente” a tema Linea Gotica). e così la conclusione della tappa, presso il Circolo Arci Stella Rossa.

Variante: Una volta raggiunto il bivio con il sentiero CAI 58 e possibile raggiungere Vernio tramite il percorso 00 verso il Passo della Crocetta e Poggio Torricella, dove si erge un monumento in ricordo della battaglia avvenuta qui nel 1944.

TAPPA 05

Vernio (PO) – Vaiano (PO)

Distanza: 21 km

Dislivello +/-: +1000 m/ – 1100 m

Tempo: 7 h

In breve: Boschi e abetaie restano alle spalle del camminatore che parte alla volta del sentiero di crinale della Calvana, tipicamente carsico: aspro e roccioso. Si incrociano le antiche vie commerciali utilizzate dagli Etruschi per i commerci con Marzabotto (Kainua), Bologna (Felsina). Passando poi da Sofignano e Le Fornaci (di epoca romana) si arriva a fine tappa, a Vaiano.

Descrizione dettagliata: Con la quinta tappa vi lascerete alle spalle boschi e abetaie, proseguendo il vostro cammino lungo il crinale della Calvana, aspro e roccioso, che un tempo ospitava il letto dell’antico Bisenzio. Iniziamo il nostro percorso a partire dal Circolo Arci Stella Rossa, da qui ci dirigiamo verso Piazza San Lorenzo e poi per Via della Pioggia Alta e Via delle Soda. Dopo il bivio per l’azienda Corboli se ne raggiunge un altro, da cui intraprenderemo il sentiero CAI 60 fino al casale del Cotone e, superato quest’ultimo, fino alla località Le Soda (qui si incrociavano le antiche Vie per Felsina e Kainua, cioè Bologna e Marzabotto). A questo punto si imbocca il sentiero 20 fino a Dogana e, dal crinale sterrato, si raggiunge Montecuccoli. Bisogna proseguire sempre sul percorso CAI 20 fino all’incrocio con una carrareccia che porta alla località Santo Stefano (luogo di pastorizia). Qui entriamo ufficialmente nel territorio della Calvana, e proseguiamo il cammino superando Poggio Montecuccoli, Poggio Brioli e Masso di Costa, entrando così in un’area che presenta piccoli rimboschimenti di pini. Arrivati al Monte Il Prataccio continuiamo a camminare nella stessa direzione sul sentiero 46a, verso Vaiano. Superati il Fosso e la Fonte del Favo il sentiero scende dal Passo della Croce tra arbusti e ginestre, raggiungendo il borgo di Sofignano. Il CAI 46 termina, ma basterà proseguire per via di Sofignano per arrivare al borgo Le Fornaci, dove un tempo si produceva la calce. A questo punto imbocchiamo via di Larciano, una ghiaiata che diventa poi strada collinare che si snoda tra muri a secco, vigneti e siepi. Raggiunto il bivio con via di Moschigiano si svolta in quella direzione per raggiungere il paese di Vaiano, dove si possono ammirare l’antica Badia di San Salvatore e il museo dedicato alla lavorazione della lana.

Variante: A livello del Monte Il Prataccio è possibile proseguire il cammino tutto su crinale, raggiungendo il pianoro di Aia Padre fino a scendere al Passo della Croce, dove ritroverete il sentiero 46 che scende verso Sofignano e Le Fornaci.

TAPPA 06

Vaiano (PO) – Prato

Distanza: 22 km

Dislivello +/-: +900 m/ – 1000 m

Tempo: 7/8 h

In Breve: Dalla Piazza del comune di Vaiano si cammina attraverso un dolce territorio collinare per poi arrivare al crinale della Calvana dove facilmente si avvistano i cavalli selvaggi che qui dimorano. La lunga discesa porterà poi verso il fondovalle, verso il Cavalciotto di Santa Lucia, il ponte metallico sul Bisenzio e proseguendo poi sulla pista ciclabile che condurrà in Piazza Duomo a Prato.

Descrizione dettagliata: Dalla Piazza del comune di Vaiano si percorre via Alessandro Vannoni fino a via Fratelli Rosselli. Si prosegue verso la stazione e poi si imboccano via Borgonuovo, poi via Bronia e di nuovo via di Sofignano, fino alla Villa di San Gaudenzio (che ha ospitato Galileo Galilei!). Si prosegue per la strada in salita fino alla località Le Mura e poi, dopo aver attraversato un dolce territorio collinare, si raggiunge Collisassi. Da qui una Carrareccia vi porterà fino alla località Le Cave e poi al Passo della Croce, da cui potrete riprendere il sentiero CAI 20 che prosegue lungo il crinale della Calvana (qui non è difficile incontrare branchi di cavalli selvatici) in direzione Monte Maggiore. Il paesaggio qui è straordinario, sia per il panorama sia per lo spettacolo che in primavera viene fornito dalle numerose fioriture. Da Monte Maggiore si scende verso Foce dei Cerri, dove pascolano le mucche di razza “Calvana”. Qui si lascia il sentiero 20 a favore del CAI 42 per Valibona e Crocicchio. Bisogna poi proseguire sul percorso 40, che si immette nella valle del Rio Buti, dove si possono osservare 5 grotte orizzontali con sorgenti carsiche. Iniziamo ora la discesa verso il fondovalle sulla Via di Valibona, verso il Cavalciotto di Santa Lucia (opera che serviva per convogliare le acque del Bisenzio verso la città, permettendo lo sviluppo delle attività di mulini e opifici). Da qui attraversiamo un ponte metallico sul Bisenzio e proseguiamo poi sulla pista ciclabile che, attraverso la Porta Mercatale, ci condurrà in Piazza Duomo a Prato.

  • La Via della Lana e della Seta - Cammini d'Italia (1)
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    Author: Mr. See Jast

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